L'origine dell'abitato di San
Cosmo Albanese è un esempio dell'importante ruolo sociale esercitato
dal monachesimo italo-greco.
Molti nuclei familiari, giunti in Italia
profughi dall'Albania e da alcune regioni greche, dalla metà del XV secolo
in avanti, si stabilirono nei pressi dei monasteri italo-greci.
Le
nuove comunità costituitesi in questi luoghi riuscirono a mantenere
le proprie tradizioni etniche, culturali e religiose fino al presente.
Il paese di San Cosmo risale alla fine del 1400. A guidare i profughi
albanesi stabilitisi nei pressi del monastero dei "SS. Cosma e
Damiano", furono alcune famiglie che nella terra d'origine godevano
di condizioni sociali ed economiche abbastanza elevate.
Nei cataloghi
conservati nell'Archivio storico di Napoli, andati distrutti durante
un bombardamento nell'ultimo conflitto bellico, erano enumerati
"i fuochi" (le famiglie) e i cognomi più diffusi di questa
comunità albanese.
Nell'anno 1543, a pochi decenni dalla fondazione,
San Cosmo numerava 53 fuochi e 186 abitanti, saliti a quasi trecento
all'inizio del '600.
Tre famiglie portavano il cognome "Strigari",
dal quale quasi certamente deriva il toponimo "Strighàri",
con cui è chiamato dagli italo-albanesi. Nei documenti ufficiali in
lingua italiana la sua denominazione è "San Cosmo Albanese".
Nel 1603 fu condotta a termine ed inaugurata la nuova chiesa intitolata
ai "SS. Pietro e Paolo" ubicata nel centro storico.
Nei registri
parrocchiali dell'epoca risulta che nell'anno 1632 fu nominato il primo parroco, D. Matteo Toccio, appartenente
al clero secolare.
La parrocchia dipendeva dall'archidiocesi di Rossano.
Questo stato giuridico durò fino all'anno 1919, quando Papa Benedetto
XV istituì
l'Eparchia di Lungro.
La topografia dell'antico centro storico testimonia che originariamente l'abitato era
delimitato da tre spazi sacri:
-
all'ingresso principale del paese, da un'edicola sacra
(detta "Ikonza") andata distrutta e riedificata nel 1905;
- al limite estremo del
corso principale, dalla chiesa parrocchiale;
- all'altra estremità Ovest, dal Santuario dei
SS. Cosma e Damiano.
A San Cosmo si parla l'arbresh (l'antica lingua albanese del 1500).
Le vicende storiche non resero quasi mai possibile di tenere contatti diretti con la
madrepatria, ne mai nelle scuole dell'obbligo si è insegnata la lingua materna ai suoi
abitanti.
L'intramontata identità etnica, spirituale e culturale, che costituisce l'anima di un
popolo, è possibile avvertirla in tantissime circostanze e situazioni delle quali si può
dare qui soltanto qualche accenno.
Si deve comunque precisare che mai gli italo-albanesi si sono considerati
stranieri in Italia.
Alcuni cittadini di San Cosmo si segnalarono in passato per l'impegno
civile, per la passione politica, per una diretta partecipazione a eventi
importanti nella storia della Nazione.
Il poeta Giuseppe Serembe, vissuto nel secolo
XIX, è ritenuto uno dei massimi esponenti della letteratura albanese.
Altri personaggi illustri furono Guglielmo Tocci (1827-1916), deputato
al Parlamento nazionale;
Terenzio Tocci (1880-1945), divenuto nel 1937
ministro dell'economia nazionale in Albania;
padre Teodoro Minisci (1907
- 1990), Archimandrita - Esarca dell'Abbazia di 5. Nilo di Grottaferrata
(Roma) dal 1960 al 1972.
La fede religiosa di questa comunità è espressa nella tradizione orientale,
secondo il rito greco-bizantino.
Il XVIII secolo si rivelò un secolo assai difficile per la conservazione
della fisionomia religiosa orientale.
Il definitivo declino della tradizione italo-greca, la perdita di contatti con l'Oriente,
la condizione di estrema povertà della popolazione, le continue pressioni delle autorità
poco inclini a lasciar sopravvivere le tradizioni e i riti degli albanesi, resero
problematica la situazione di tutti i paesi di rito greco della Calabria.
Provvidenzialmente, proprio nella stessa epoca la S. Sede fece istituire nel 1732 a San Benedetto
Ullano il primo seminario per gli albanesi di Calabria, il quale contribuì a dare nuovo
impulso alla vita religiosa e ad elevare le condizioni sociali degli italo-albanesi.
Sul piano sociale, il fenomeno dell'emigrazione ha notevolmente ridotto
di numero questa piccola comunità, situata in zona
collinare e povera di risorse economiche.
Le emigrazioni più massicce
si sono verificate in due periodi.
Dopo l'unità d'Italia, tra la fine
del XIX e l'inizio del XX sec. vi fu un grande flusso migratorio verso
le Americhe.
Una nuova spinta migratoria si ebbe negli anni '60 del secolo XX, diretta
verso le regioni dell'Italia settentrionale e del Nord Europa. Si trattò
quasi sempre di trasferimenti definitivi: inizialmente del capofamiglia;
successivamente di tutto il nucleo famigliare. Oggi San Cosmo conta
meno di 800 abitanti. (Don Pietro Minisci)
Per maggiori informazioni visitate il sito su San Cosmo
http://www.comune.sancosmoalbanese.cs.it
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