La cCostumi albanesiomunitą italo-albanese costituisce un gruppo con una ben precisa identitą, consapevole di appartenere ad un popolo diverso da quello italiano.
Ne fanno fede modelli culturali che si rispecchiano ancora nei valori dell'Arbėresh attuale, quali la mikpritia (ospitalitą), la ndera (onore), la besa (fedeltą), e la vellamja (fratellanza).

Questi valori, tramandati da padre in figlio, hanno ancora una loro funzione e si tramandano, pił o meno intensamente, nelle comunitą italo-albanesi, caratterizzandone la loro cultura.

Di questi valori, l'ospitalitą č forse quella pił sentita e caratterizza maggiormente la loro mentalitą.
Il turista che visita queste comunitą, al primo impatto li giudica diffidenti e circospetti, ma, non appena entra in contatto con loro, si accorge della loro franchezza e del loro, direi, quasi sacro senso dell'ospitalitą.
Se uno sconosciuto d'improvviso si presenta in una casa arbėresh, viene subito trattato come uno di loro e gli viene fatto onore (nder).

Attualmente dell'etnos originario č rimasta la convinzione di sentirsiVALLJA diversi dalla popolazione italiana e la lingua, che li contraddistingue dal resto della popolazione meridionale.

Negli ultimi decenni si č notato un notevole risveglio di queste comunitą: si pubblicano riviste e giornali per far conoscere gli arbėreshė; č stata installata una emittente radiofonica per trasmettere musica, canzoni e cultura arbėresh; sono stati istituiti presso le scuole elementari e medie di queste comunitą corsi di lingua albanese, ed anche l'Universitą della Calabria ha sposato questa causa.
Questo risveglio lo si nota anche nel folklore con manifestazioni che coincidono quasi sempre con il periodo pasquale, organizzando il festival della canzone arbėresh, la sfilata dei costumi tradizionali e soprattutto la vallja (danza).
Essa č nata per rievocare una vittoria militare di Giorgio Castriota Skanderberg contro gli invasori Turchi ed č una danza popolare ballata da giovani vestiti in costume arbėresh che avanzano in cerchio e sono guidati da due flamurtarė (portabandiera).
La vallja si snoda per le vie cittadine eseguendo canti epici, rapsodie tradizionali e canti augurali.
Il suo ritmo puņ essere lento nella danza delle donne o aggressivo nella vallja e burravet (la danza degli uomini), a ricordo della tattica di combattimento adottata da Skanderberg per catturare il nemico.

Attualmente la vallja si rievoca il lunedģ di Pasqua soltanto nei paesi albanesi di Civita, Frascineto, Eianina e Firmo.