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a LA MIA ESPERIENZA a Schwäbisch Gmünd a

 

Le piccole, grandi cose che fanno germogliare la Germania

 

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Sono una ragazza imolese e studentessa faentina all'ITCG Oriani, diciott'anni in autunno, e un'indole che oscilla tra la curiosità e il cinismo. Non mi intendo affatto di grande finanza, di grande politica, di grande diplomazia; seguo l'attualità con occhio scettico al telegiornale, e mi sforzo di capire cos'avranno mai da dirsi i grandi capi politici dei nostri Paesi, durante le loro interminabili conventions. Da ignorante in materia, infatti, trovo che toccare con mano la realtà di una città, di una comunità, di una famiglia, ci informi di più di quanto non lo facciano i grandi titoli riportati sulle prime pagine dei quotidiani. La cosa prima e più importante che ho capito durante la mia esperienza a Schwäbisch Gmünd ( Baden Württemberg, sud-ovest della Germania), è stata questa: è alle piccole cose che va data grande importanza. Schwäbisch Gmünd: questo scioglilingua è in realtà il nome della città tedesca gemellata da 12 anni con Faenza.


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Ho potuto vivere in prima persona l'importanza che gli Gmünder, i suoi cittadini, riservano a questo gemellaggio, tanto da sentirmi onorata di essere faentina (d'adozione, si intende) prima ancora che italiana. Legata alla saga degli Staufer, la dinastia di imperatori che qui nacque, Schwäbisch Gmünd corrisponde alla voce "città tedesca" nell'immaginario collettivo: pulita e ben organizzata, il suo secondo nome dovrebbe essere Schwäbus Gmünd, visto l'impeccabile sistema di trasporti che la collegano alla miriade di paesini circostanti. E' stato il sindaco, dottor Joachim Bläse, ad offrire alla mia professoressa Maria Pia Liverani la possibilità per un paio di studenti di svolgere uno stage estivo di due o più settimane presso l'amministrazione cittadina.
L'Associazione Gemellaggi di Faenza e il Comune di Schwäbisch Gmünd, con il loro contributo finanziario, mi hanno permesso di coprire il costo del volo, mentre durante il soggiorno sono stata ospite della mia partner di scambio scolastico, rafforzando così il già forte rapporto instaurato fra le nostra famiglie. La novità di essere, assieme ad una mia compagna di classe, la pioniera di questo progetto, ha comportato sia orgoglio che incertezza, ma, una volta iniziata l’ esperienza, la prima sensazione si è dilatata, la seconda dissolta. Contrariamente a quanto mi era stato pronosticato (da qualche invidioso?), non sono finita in un ufficio dimenticato a svuotare i cestini della carta - anche perché questi erano in genere vuoti, dato il riciclo quasi maniacale di fogli, foglietti, cartelle e biro.
Ho trascorso la prima settimana all'Ufficio Cultura, seguendo la mia tutor, la signorina Ott, che lavorava febbrilmente per l’ organizzazione di due festival, dell'Arte cittadina e della Musica da Chiesa Europea, che avrebbero preso a breve il via. Con lei ho tradotto in italiano diversi articoli, inerenti sia ai festival, sia al soggiorno della delegazione di Schwäbisch Gmünd a Faenza, in occasione del Palio. Sono entrata così a contatto con il mondo dell'amministrazione cittadina, i cui impiegati sono giovani - di mente, ma anche d'età – alla mano, cordiali. Può darsi che l'assenza di guerriglie tra colleghi fosse solo apparente, ma penso che una collaborazione così solida sarebbe stata difficile da inscenare. Una macchina ben oliata e funzionante, grazie al buonsenso comune e all'assenza di intralci burocratici. Con la signorina Ott ho scorrazzato per i primi tre giorni attraverso la città alla ricerca di "partner culturali" per il Festival della Musica da Chiesa Europea. Ho potuto così scambiare due affettuose parole con alcuni negozianti italiani - pizzerie e gelaterie la fanno da padroni qui, mantenendo viva l'immagine di "bella Italia" tanto cara agli stranieri.
La seconda settimana è trascorsa più velocemente: presso la favolosa biblioteca comunale, l'Ufficio delle Pari Opportunità con le mille iniziative al femminile della signora Heer - un'altra fondamentale curatrice del mio stage – e con una visita ai cantieri dai quali l'anno prossimo fiorirà la Mostra Regionale dei Giardini. Un evento sensazionale, in cui anche Faenza potrà risplendere grazie al lavoro dei garden designers Marco Valtieri e Paola Cappellaro. Sindaco e secondo sindaco, i signori Arnold e Bläse, corrono come trottole qua e là, ma non solo presenziando a conferenze o convegni di massima importanza, bensì a feste di veterani dei vigili del fuoco, o ad inaugurazioni di campetti da calcio - con tanto di partita, e finiscono puntualmente sul giornale, dato che giornalisti e fotografi vengono invitati ovunque. Che sia soltanto una strategia politica per tenersi buoni gli elettori? Può darsi, ma vi assicuro che il loro entusiasmo appare molto vero.

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E' insomma la vita cittadina che viene messa al centro, in tutte le sue forme ed espressioni, ognuna delle quali trova sempre un modo per ricongiungersi alla tradizione. Qualsiasi iniziativa che faccia bene alla città, commercialmente ma soprattutto culturalmente parlando, viene accolta con calore e partecipazione dai negozianti, così che i prodotti locali, come gli eventi del sabato sera in centro, vengono pubblicizzati nella maniera più efficace e meno dispendiosa. Tutto ciò contribuisce a creare un piacevole ambiente cittadino.
La creatività è incentivata non tanto dalla moneta, quanto dall'entusiasmo di tutta la gente: gli anziani frequentatori della piazza, i bambini delle scuole elementari, le autorità locali. Gmünder Art, la due giorni d'arte che ogni anno riempie di stravaganza le strade del centro, condensando assurdità e stupore come qualsiasi luogo che ospiti l'arte, ha aperto l'edizione 2013 con l'installazione di 6000 cd appesi al telone che ricopre la facciata della Johanniskirche, in via di restauro; una trovata buffa, che ha raccolto l’ approvazione dei passanti. A lasciarmi a bocca aperta sono state le piccole cose, per la loro semplice, spontanea genialità; tra queste, per esempio, la cura delle aiuole in città affidata ad un giardiniere, con un insolito compagno: un cavallo che traina la cisterna dell'acqua. Un paio di volte al giorno, giardiniere e cavallo portano in centro acqua per le piante e curiosità per grandi e piccini; trovo meraviglioso regalare con così poco un attimo di stupore. Bisogna partire da queste premure, da cui prendere esempio e spunto per qualcosa di nuovo e più grande. Bisogna partire dal piccolo, perché il sistema in scala maggiore funzioni meglio. Se c'è qualcosa che mi manca della Germania, è il fresco, ma anche il calore umano.

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